Intervista a Paolo Becchi su Intelligonews, 13/04/2017


E’ sempre più guerra fredda tra Stati Uniti e Russia. Secondo il rapporto del National Security Council (il più alto organismo di difesa e strategia Usa), Mosca ha cercato di nascondere le prove dell’attacco chimico condotto la settimana scorsa dal regime di Assad in cui sono morte 80 persone (fra cui 28 bambini) nella provincia di Idlib, nel nord della Siria. IntelligoNews ne ha parlato con il professor Paolo Becchi, filosofo e accademico italiano, che si dice molto deluso dalla politica estera di Trump e teme lo spettro della “terza guerra mondiale”.

Tra le prove contenute nel dossier americano ci sono delle intercettazioni che riguardano militari siriani che preparano l’attacco chimico. Lei crede a questa ipotesi?

”’Le prove lasciano il tempo che trovano, posso essere smentite il giorno prima o il giorno dopo. Le prove possono essere costruite in vitro. Il problema è un altro, tu non puoi vincere l’elezioni dicendo che non farai più il gendarme del mondo intero e poi fare esattamente una politica estera che tu avevi contrastato. Ci troviamo con un presidente degli Stati Uniti che svolge lo stesso ruolo che avrebbe svolto la Clinton. Mi chiedo: ma Assad è così cretino da fare un’operazione del genere proprio in questo momento? Se c’era uno che non doveva fare una cosa del genere era proprio lui. Ci troviamo di fronte a un cambiamento improvviso di una linea politica. Lui era stato eletto dagli operai americani, il cui problema non è la politica estera”.

Una vicenda che ricorda quanto accaduto tra Saddam Hussein e Colin Powell che presentò le prove all’Onu?

”Esatto, abbiamo l’esempio dell’Iraq, anche lì c’erano le prove, poi abbiamo visto come è andata a finire”.

Perché se c’erano delle intercettazioni non si è tentato di fermare l’attacco?

”Esatto, sembrano proprio casi costruiti in vitro per dare l’idea che l’America deve intervenire di nuovo. Il dato di fatto saliente è che Trump è morto, non esiste più, e ha vinto la Clinton che almeno aveva una sua autonomia di pensiero. I rapporti tra Clinton e la Russia non erano buoni, come quelli tra Obama e Putin”.

Ieri si sono incontrati per quasi 4 ore Putin e il sottosegretario di Stato americano Tillerson. I rapporti sono sempre più tesi, ma Trump e Putin non erano amici?

”Si stanno preparando le condizioni per la terza guerra mondiale. Non so fino a che punto Putin si fermerà, finora non ha reagito ma se dovesse farlo andiamo incontro alla guerra. Si rischia un conflitto che può essere planetario. Vediamo fino a che punto si spingerà la politica di aggressione americana e fino a che punto manterrà i nervi saldi Putin. La Russia ha acquisito una dimensione notevole, Putin ne ha fatto una potenzia mondiale e non credo che questo sia accettabile per gli Stati Uniti. Trump è stato una grande delusione per chi ha creduto che il principio America First sarebbe stato quello guida per il nuovo presidente”.